Chi era Carinda

In ricordo di mia madre

Era una donna dall’aspetto fisico piuttosto contenuto, si potrebbe dire “mingherlina” (in vita sua non ha mai raggiunto i cinquanta chili) ma dotata di insospettabili energie oltre che di una volontà incrollabile.

Carinda era nata il 01 Gennaio 1918 nel cuore della Maremma collinare, in un paese Samprugnano si chiamava allora, dove la lotta per la sopravvivenza si imparava presto, in tenera età. Naturalmente non si andava a scuola ma lei, non so come e quando, aveva imparato a leggere e scrivere. Un’altra delle cose che allora venivano insegnate ai ragazzi era la fede religiosa, che evidentemente aiutava ad andare avanti e lei l’aveva assimilata bene.

A 20 anni sposa mio padre Marino ed entra così in una famiglia di agricoltori della vecchia Maremma dell’epoca della mezzadria e in quella casa nello spazio di 13 anni nasceranno a cominciare da me, i suoi cinque figli.

Con una lungimiranza ed una intuizione che oggi giudico assolutamente eccezionale, sfidando la situazione familiare ed ambientale, decide che devo studiare e si convince che, proprio per dare un avvenire migliore ai suoi figli, la sua famiglia deve lasciare quei luoghi così “emarginati”.

Con l’impatto creato dalla Riforma Agraria del 1950 riesce nel suo intento. Mio padre, seppure a malincuore, rinuncia ad una facile “assegnazione” che gli spettava di diritto e si imbarca nell’avventura dell’acquisto di un podere nella zona di Roselle. Mia madre aveva vinto. Almeno tre dei suoi cinque figli saranno laureati. Il 22 febbraio 1991, dopo appena quattro giorni di malattia, quasi in punta di piedi se n’è andata, sicuramente contenta per non aver dato noia a nessuno.

Fernando, (Lo Spicciolo n° 5 del 07/03/91)

Una rara immagine di Nonna Carinda durante un pranzo di Natale
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